Dopo il sì del Consiglio di Stato all’uso dell’idrossiclorochina come terapia per Covid-19, purché sia prescritta da un medico, e la sospensione del divieto Aifa di prescrizione off label, sono arrivate le prime reazioni. Molto differenti tra loro, le opinioni mettono in luce i diversi approcci della comunità scientifica verso questa sostanza dalla lunga storia. Prima “cura miracolosa” per casi gravi, poi ridimensionata, di recente anche l’Aifa ne ha largamente segnalato i «risultati inconsistenti».
Risultati che però, secondo il Consiglio di Stato non giustificano un “no” netto all’idrossiclorochina, lasciando invece spazio ad ulteriori studi.
Fadoi: «Giudici non possono sostituirsi a scienza»
«Lascia davvero stupefatti la decisione del Consiglio di Stato», ha affermato Dario Manfellotto, presidente dei medici internisti di Fadoi. «Devono essere le evidenze scientifiche con numerosi studi e linee guida – specifica – e quindi le istituzioni sanitarie, a indicare se un farmaco possa essere raccomandato o no in una terapia, come nel caso della idrossiclorochina, valutando il profilo rischio-beneficio. Non voglio fare una valutazione clinica e di efficacia del farmaco, ma appare incredibile ed è molto grave che i giudici si sostituiscano alla scienza e decidano anche sulle terapie per il Covid-19, indicando ragioni strettamente giuridiche. Sono altri i criteri ai quali si deve fare riferimento».
Burioni: «Concetto singolare di libertà»
Della stessa opinione anche l’immunologo Roberto Burioni, che ha affidato la sua riflessione ai social network. «Il Consiglio di Stato – scrive – sancisce che i medici sono liberi di prescrivere ai loro pazienti affetti da Covid-19 un farmaco che la scienza ha definito essere inefficace e pericoloso. In Italia abbiamo un’idea molto singolare di “libertà”».
Ugs-Confintesa: «Vinto ricorso, forse idrossiclorochina costa troppo poco per Aifa»
Un parere opposto arriva invece da Ugs-Confintesa, per bocca del segretario nazionale Ruggero Di Biagi che spiega: «Abbiamo convintamente sposato la causa dell’utilizzo dell’idrossiclorochina, convinti in primis dal nostro iscritto dottor Pierluigi Garavelli, primario del reparto Malattie Infettiva dell’Ospedale di Novara, che l’ha utilizzata con grandi risultati con tanti malati Covid, salvando vite umane».
Di Biagi cita anche altre esperienze positive e ribadisce «dall’attento esame di quel sottobosco di strani movimenti che ha tramato contro un farmaco utilizzato con grandi risultati in ogni parte del mondo, ma che ha il grave difetto di costare poco».
Poi annuncia la vittoria del ricorso legale al Consiglio di Stato contro l’Aifa per lo sblocco dell’uso dell’idrossiclorochina, «dopo mesi di alti e bassi e attento impegno». «Evviva – continua – un’arma in più contro Covid, per la libertà di scelta e di curarsi».