Napoli 20 Marzo 1950: Nasce la CISNAL
Presidente Gianni Roberti, segretario generale Giuseppe Landi.
Il sorgere della “guerra fredda” e lo scontro elettorale del 1948 tra comunisti ed anticomunisti mette in grave crisi la CGIL, il sindacato unitario ricostituito a Roma nel 1944. Da questa struttura escono, dando vita ad altre organizzazioni sindacali, la componente cattolica e quella laica anticomunista. Per ultimo un gruppo di sindacalisti, con trascorsi in precedenti movimenti sindacali e vicini alle posizioni politiche nazionali della destra, si riunisce a Napoli il 20 marzo 1950 e dà vita alla CISNAL, Confederazione Italiana Sindacati Nazionali Lavoratori. L’assemblea elegge segretario generale della neonata Confederazione Giuseppe Landi e presidente Gianni Roberti. Le polemiche successive alla frantumazione sindacale e la taccia di neofascismo immediatamente affibiata alla CISNAL non impediscono tuttavia lo sviluppo di azioni comuni con CGIL-CISL-UIL e la CISNAL stessa a favore dei lavoratori soprattutto per quanto riguarda il conglobamento salariale e la validità erga omnes dei contratti collettivi nazionali.
La CISNAL: lo sviluppo organizzativo (1950-1960)
Lo sviluppo organizzativo sul territorio, aiutato anche dall’attività del collaterale ente di patronato ENAS, riconosciuto con Decreto Ministeriale il 7 agosto 1953, porta inevitabilmente al II Congresso confederale svoltosi a Roma nel dicembre 1953.
L’assise delibera un nuovo statuto; inserisce nel CDC (Comitato Direttivo Centrale) i rappresentanti delle nuove realtà; riconferma Landi alla segreteria generale. Vengono eletti invece due presidenti, Roberti e Giuseppe Basile, rispettivamente in rappresentanza della componente partitica e di quella monarchica. È la conseguenza dei legami stretti, allora riguardanti tutte le Confederazioni tra mondo sindacale e mondo politico di riferimento.
La seconda metà degli anni ’50 vede la CISNAL, anche a seguito degli avvenimenti di Budapest, cavalcare nel mondo del lavoro la battaglia anticomunista assieme alla CISL. Sono anni bui nei quali la reazione padronale, agevolata dall’anticomunismo dominante, trova scarsa resistenza da parte delle organizzazioni sindacali sempre più divise ideologicamente tra loro anche se formalmente assieme nei tavoli contrattuali.
È in questo contesto che si svolge a Roma, nel giugno del 1959, il III Congresso. Il Segretario Landi presenta un bilancio soddisfacente basato soprattutto sul 9,67 per cento di voti conseguito nelle alezioni delle Commissioni Interne avutesi dal 1956 al 1958. Il Congresso rielegge Landi segretario generale e Roberti e Nino Guglielmi presidenti in rappresentanza delle due componenti partitiche.